Sono almeno cinque anni che Namdev Kamble, agricoltore del villaggio di Shirdhon, nello stato indiano del Maharashtra, va dal medico per stress, ansia e dolori muscolari.

Clinicamente, non ha niente. Perché la sua sofferenza deriva da una condizione sempre più diffusa nelle comunità colpite dal cambiamento climatico: la solastalgia, un disagio emotivo che parte dal degrado dell’ambiente circostante.

Il termine “solastalgia”, coniato dal filosofo ambientale Glenn Albrecht, descrive il dolore di chi vede il proprio ambiente naturale deteriorarsi. È una forma di nostalgia di casa provata mentre si è ancora a casa, ma in un luogo profondamente mutato.

Si tratta di un fenomeno particolarmente evidente in India, dove le inondazioni ricorrenti e gli eventi climatici estremi stanno devastando intere comunità.

La scomparsa della natura e il trauma emotivo

C’era un tempo in cui Namdev Kamble, camminando verso la sua fattoria nel villaggio di Shirdhon, trovava conforto nell’ombra degli alberi. Tamarindi giganti, babul, neem: ognuno di loro sembrava raccontare storie di un mondo stabile e sereno. “Davano sollievo e conforto,” ricorda Kamble, il tono della voce intriso di nostalgia. Ma quegli alberi non ci sono più. Spazzati via per far posto a strade più larghe, case moderne, industrie e coltivazioni intensive come la canna da zucchero. Il paesaggio, un tempo familiare, è ora irriconoscibile.

“Oggi viviamo nello stesso posto, ma tutto intorno a noi è cambiato completamente,” dice Kamble, con un misto di amarezza e rassegnazione. Ogni giorno, il 77enne si confronta con un senso di perdita che lo segue ovunque. “A volte mi sento ansioso, nervoso, come se stessi perdendo qualcosa di prezioso, anche se sono ancora qui, nello stesso luogo dove ho sempre vissuto.”

Kamble trova difficile esprimere il suo dolore. Per lui, condividere questa esperienza è come tentare di descrivere un colore a chi non l’ha mai visto. Le parole non sembrano mai bastare per spiegare come ci si sente a vivere in un paesaggio che non rispecchia più i ricordi della propria vita.

Un altro abitante del villaggio, Tayna Kamble, condivide una storia simile. “Ricordo quando da bambina giocavo con i miei amici sotto i grandi alberi di banyan,” dice. “Ora, al loro posto, ci sono solo campi di canna da zucchero e capannoni industriali.” Tayna ha spesso attacchi di ansia e difficoltà a dormire, effetti diretti della solastalgia che vive ogni giorno.

Un problema di salute pubblica emergente

Un rapporto governativo del 2024 rivela che il 50% della popolazione indiana colpita dal cambiamento climatico soffre di disturbi post-traumatici da stress (PTSD).

Nondimeno, la solastalgia, nonostante sia diffusa, rimane poco riconosciuta e studiata.

Le inondazioni hanno colpito oltre 218 milioni di persone in India tra il 2015 e il 2020, lasciando segni indelebili sulla loro salute mentale.

Sharada Jagtap, operatrice sanitaria del villaggio di Kavatheguland, sottolinea l’importanza di sensibilizzare le comunità sul legame tra ambiente e salute mentale. “Molte persone non sanno di soffrire di solastalgia,” spiega. Attraverso visite regolari, incoraggia a condividere le proprie esperienze traumatiche, aiutandole a sentirsi meno sole.

La crescente prevalenza della solastalgia

Secondo un’analisi del Center for Science and Environment, nei primi nove mesi del 2024 l’India ha subito eventi meteorologici estremi per 255 giorni su 274. Questo dato drammatico evidenzia quanto la crisi climatica stia incidendo sulla vita delle persone.

Molti, come Kamble, faticano ad adattarsi ai cambiamenti e alle devastazioni che questi disastri portano. Una ricerca condotta nello stato del Bihar, nell’India settentrionale, ha rilevato che il cambiamento climatico ha portato alla perdita di usanze tradizionali e pratiche legate alla natura, contribuendo all’insorgere della solastalgia.

Lo studio ha evidenziato come l’abbandono forzato del lavoro agricolo tradizionale, la perdita di pratiche culturali e la ridotta autostima nell’affrontare il deterioramento ambientale siano tutte problematiche che colpiscono le comunità rurali.

“Il cambiamento climatico provoca un profondo disagio emotivo, con gravi ripercussioni sulla salute mentale e sul benessere psicologico,” sottolinea la ricerca.

Questo fenomeno non riguarda solo l’India. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, uno studio ha individuato una forma di “solastalgia anticipatoria”, una preoccupazione legata alle possibili perdite future dell’ambiente, distinta dall’ansia generica. In Australia, i ricercatori hanno riscontrato solastalgia nelle comunità colpite dagli incendi boschivi.

È una condizione che non ha colpito soltanto chi ha subito direttamente gli incendi, ma anche chi ha percepito la perdita degli elementi unici del loro ambiente, come specie animali e vegetali autoctone.

Gli studi australiani avvertono che la gestione ambientale che ignora la conoscenza locale aggrava la solastalgia, generando sentimenti di impotenza. Inoltre, una ricerca condotta nelle aree rurali dell’Australia ha evidenziato che, anche se il termine “solastalgia” non è ampiamente utilizzato, molte comunità indigene hanno riferito di vivere emozioni associate a questa condizione in seguito a inondazioni e incendi senza precedenti.

Fonte: Truthout

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